True Story by Michael Finkel

True Story by Michael Finkel

autore:Michael Finkel [Finkel, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858514115
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2015-11-02T23:00:00+00:00


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Nei mesi che precedettero il suo processo, Longo incontrò diverse volte uno psicologo clinico di nome Stephen S. Scherr. Il dottor Scherr, che aveva lo studio a Portland, era stato interpellato dagli avvocati di Longo nella speranza che potesse fornire materiale per la difesa. In realtà, la sua valutazione fu di ben poco aiuto. Dopo aver parlato con Longo nel carcere della contea di Lincoln per quindici ore e averlo sottoposto a sei test psicologici, tra cui la Weschler Adult Intelligence Scale III e il test delle macchie di Rorschach, Scherr scrisse un rapporto nel quale si diceva sicuro che fosse colpevole di tutti gli omicidi.

Chris mi spedì una copia del rapporto, nel quale Scherr osservava che Longo era chiaramente un uomo intelligente... «e sembrava importante per lui che io lo sapessi» aggiungeva lo psicologo. Secondo Scherr, Longo mostrava «un bisogno più forte del normale di affetto e attenzione» e «una tendenza a presentare se stesso in una luce positiva». Longo ebbe un punteggio molto alto nel test di intelligenza, sopra il novantanovesimo percentile nel vocabolario e nella comprensione della lettura, e quasi altrettanto elevato nelle parti relative alla memoria. Il suo vocabolario, scrisse Scherr, era «fastidiosamente» buono.

Quanto alle macchie di Rorschach, le risposte di Longo dimostravano «notevoli evidenze di egocentrismo», ma «non rivelavano prove di un disturbo del pensiero o di un disturbo psicotico». (Quando chiesi a Longo cosa avesse visto nelle macchie, mi disse: «Assomigliavano tutte a una fabbrica che vomitava grandi nuvole di inquinamento».) «La diagnosi primaria di Christian,» concludeva Scherr «è personalità narcisistica.»

Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, quarta edizione (DSM-IV), un individuo con personalità narcisistica ha spesso un sentimento grandioso della propria importanza, è occupato da fantasie di successo illimitato e può mostrare estrema reattività di fronte alle critiche o al fallimento. Una persona del genere, osserva il DSM-IV, può «paragonarsi favorevolmente con persone famose o privilegiate»,1 magari privilegiate come, diciamo, un giornalista del «New York Times».

Sborsai del denaro per ottenere ulteriori ricerche psicologiche su Longo, in modo indiretto. Senza informarlo delle mie intenzioni, interpellai tre medici – Joe W. Dixon, uno psicologo forense e consulente tecnico della Carolina del Nord; Karen Franklin, psicologa forense associata all’Alliant International University di San Francisco; ed Elisabeth Young-Bruehl, psicoanalista della Columbia University di New York – perché esaminassero un ampio campione delle lettere che Longo mi aveva spedito. Nessuno dei tre medici sapeva che mi ero rivolto anche agli altri due e nessuno ebbe accesso al rapporto di Scherr. Li informai del progetto del libro e dei crimini di cui Longo era accusato. Spedii loro del materiale di riferimento in cui non alterai i dettagli biografici di Longo ma ne nascosi l’identità cancellando il suo nome dai ritagli di giornale. Chiesi agli psicologi di formulare qualunque opinione generale fosse possibile trarre dalle sue lettere.

Le loro analisi si rivelarono straordinariamente simili. Dixon, Franklin e Young-Bruehl pensavano tutti che Longo mostrasse molti dei comportamenti associati al disturbo narcisistico di personalità. Quando domandai loro di fare delle ipotesi sulla ragione degli omicidi, proposero tutti scenari paragonabili.



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